Oggi voglio raccontarti di quello che mi è accaduto in questi due giorni un po’ matti.
Non è la prima volta che mi capita di risolvere un’emergenza da quando faccio l’agente immobiliare a Trieste, ma queste ultime 48 ore me le ricorderò per un bel po’.
Lunedì mattina mi chiama Davide, promissario acquirente di una casa qui a Trieste, è tutto agitato e mi dice che i venditori sono in forte ritardo con dei lavori che dovevano eseguire in casa prima dell’atto di compravendita.
Per la cronaca l’atto di compravendita sarebbe stato l’indomani, quindi ormai tempi erano estremamente ridotti anche solo per capire cosa fare.
Faccio un giro di telefonate e capisco che nonostante i vari incontri fatti e gli accordi chiari previsti sul preliminare i lavori che dovevano essere fatti non sono nemmeno iniziati.
Chiamo rispettivamente acquirente, notaio, venditori (due fratelli che vendevano la casa dei genitori), tecnico del venditore almeno un paio di volte…ciascuno.
La situazione più ci telefoniamo più diventa tesa, ci sono in ballo molti soldi, ed è normale che le emozioni entrino in gioco in certe situazioni.
Nel frattempo passano le ore e nel primo pomeriggio sembra che si debba rimandare l’atto di qualche giorno anche se la cosa piace molto poco agli acquirenti.
Continuo a parlare con il notaio e acquirenti e finalmente verso le 16.00 del pomeriggio troviamo una soluzione che permetta di stipulare l’atto il giorno dopo, tuteli la parte acquirente per i lavori mancanti e dia il tempo alla parte venditrice di effettuare gli interventi e chiedere le relative autorizzazioni per essere in regola.
Chiamo i venditori per dar loro la buona notizia e il fratello che veniva da Genova mi dice che ormai non aveva preso il treno e che il giorno dopo non sarebbe stato a Trieste.
Cerco di convincerlo in ogni modo, che la situazione è delicata, che sono loro ad essere inadempienti e che l’acquirente ha ragione.
Sembra importargli poco dei soldi che dovrebbe rimetterci, mi dice che a lui non cambia nulla e che la casa non gli interessava nemmeno di venderla (cosa purtroppo vera, già nella trattativa di vendita mi ero accorto che vendeva più per fare un piacere al fratello che altro).
Doccia fredda.
A questo punto, sconfortato, chiamo gli acquirenti per comunicare loro che l’atto sarebbe slittato di qualche giorno…
Gli acquirenti mi gelano nuovamente, ormai stanchi anche loro mi dicono che se l’atto dovesse slittare i venditori dovrebbero arrivare all’atto con la documentazione in ordine (cosa impossibile in una settimana che era il termine ultimo per la compravendita deciso al preliminare).
Devi sapere infatti che per la documentazione quando si parla come in questo caso di toccare le parti esterne di una casa bisogna fare la “paesaggistica” che richiede 3-4 mesi.
Quindi ricapitolando se domani non si rogitava l’acquirente poteva far saltare l’atto, chiedere ai venditori il doppio della caparra versata e i danni, e se è vero che al venditore Genovese la cosa poteva anche cambiare poco, suo fratello, quello di Trieste, ne avrebbe subito un danno enorme.
Alle 17.01 invio questo messaggio al venditore di Genova:
Come puoi vedere dalla risposta non so come ma il messaggio, non tanto per l’importo ma penso più per il mio gesto lo convince a fare una corsa e prendere l’ultimo treno disponibile per essere a Trieste il giorno dopo.
Oggi ci siamo trovati dal notaio, abbiamo rivisto gli ultimi dettagli e dopo “solo” due ore e mezza l’atto era stipulato.
Questa la lista delle chiamate per farti vedere che non è una storia inventata:
Raccontandoti questa storia cosa voglio dire?
- Fai attenzione, molta attenzione, a quello che sottoscrivi alla proposta d’acquisto e al preliminare! Se prendi un impegno sii sicuro di poterlo rispettare.
- Nel mondo immobiliare gli errori, anche il più piccolo può costare molto caro.
- Fai attenzione quando scegli l’agente immobiliare a Trieste (o dove ti pare) perché uno che lavorava a 0% di provvigioni non avrebbe mandato quel messaggio al venditore e le conseguenze sarebbero state drammatiche.
Buone case!

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